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Sanpaolo Invest: le banche e l'arte

Sono oramai diversi anni che Sanpaolo Invest accoglie nei propri spazi genovesi le produzioni di artisti contemporanei. La lunga tradizione che lega il mondo delle banche a quello dell’arte si rinnova, alla luce di una sensibilità che intende non separare mai il concetto di business da quello di cultura

Esponendo le opere di Nevio Zanardi intendiamo offrire a Clienti e Consulenti, durante i loro incontri, la possibilità di apprezzarne l’elevato valore estetico e la qualità artistica. Qualità che rievoca lo stile con cui la nostra Azienda porta avanti il proprio metodo di fare banca, attraverso un felice mix di creatività, contemporaneità e rigore metodologico, sempre volto al raggiungimento dell’Eccellenza.

La critica: Dipingere musica, suonare pittura

di Sandro Ricaldone

Nei loro percorsi paralleli, che in varie epoche le hanno viste condividere analoghe designazioni, (barocco, classicismo, romanticismo,impressionismo sino alle modalità aleatorie e al minimalismo tardo novecentesco), musica e pittura sono venute stringendo un sempre più serrato intreccio.
Sul versante musicale dal brano di Liszt ispirato allo Sposalizio della Vergine di Raffaello e dal celeberrimo Quadri di un’esposizione di Mussorgskij si è approdati alle partiture declinate come opere visive di Sylvano Bussotti e Aldo Clementi; in pittura una personalità di primo piano come Kandinskij ha legato il colore al suono, quando non ad uno specifico strumento (ad. es. l’azzurro al flauto, il giallo alla tromba), mentre un altro autore coevo, come Frantisek Kupka, organizzando la forma secondo diversi punti di vista ritmici si è mosso alla ricerca di una “simorfia”, ovvero di un’immagine “che si estenda nello spazio come una sinfonia nel tempo”. La differenza strutturale fra le due arti – la musica arte del tempo, la pittura dello spazio – è venuta così gradualmente ad attenuarsi, identificando nelle sovrapposizioni e nelle tensioni
cromatiche del dipinto una implicita condensazione temporale. “La spazialità del dipinto”,
annotava Adorno, “non è solamente un fatto a priori, come si presume, ma è sempre anche
un risultato; lo spazio assoluto del quadro è un differenziale temporale, il momento in cui si
concentrano elementi temporalmente disparati.
Non esiste simultaneità senza tempo”. È la consonanza emotivamente spontanea e intellettualmente avvertita con questa concezione che fa della pittura di Nevio Zanardi, coltivata a fianco dell’attività di concertista e docente, un esempio alto della convergenza, o, si potrebbe dire, della permeabilità, fra musica e pittura. Il condensarsi del tempo nello spazio,
della melodia nel colore, del ritmo nel segno,Dipingere musica,suonare pittura trova nel suo instancabile procedere per cicli di lavori dedicati a singoli maestri un andamento che echeggia i movimenti di una composizione tesa ad abbracciarne l’opera nella sua complessità.
Così, nelle sue opere, incontriamo – trasposta in solari trasparenze che evocano le “aure
dolci” della patria lontana e i toni sommessi delle prime battute del coro – l’elegia dolente
del “Va pensiero” verdiano, accanto alle tonalità d’un rosso acceso, solcato da traiettorie
che sembrano dinamicamente illustrare un crescendo, del dittico dedicato al prorompente
“Si ridesti il Leon di Castiglia” dell’Ernani.
Nella luminosità delle terre, animata in verticale da segni acuminati, si depositano i ritmi
puntati della sinfonia n. 39 di Mozart. A rendere l’atmosfera sospesa tra vita e presagio di
morte della nona sinfonia di Mahler, il pulsare di un azzurro che si addensa e si assottiglia in
una alternanza di toni gravi e di pause. Accanto al gruppo dei quadri che riprendono la varietà
degli études-caprices di Camillo Sivori, tre tele del ciclo imperniato sui Capricci di Niccolò
Paganini, autentico tour de force nel quale l’estro supremo del virtuoso genovese si riflette
in una tavolozza ricca e movimentata. Ma l’amalgama pittorico musicale si misura, ancora,
con partiture di Gounod e di Ciajkovskij, di Shostakovich e di Hindemith. Così, nel trentennale
percorso di Zanardi si invera la sentenza di Messiaen: «la musica è un dialogo perpetuo tra
spazio e tempo, tra suono e colore, un dialogo che approda all’unificazione: il tempo è spazio,
il suono è colore, lo spazio è un complesso di tempo sovrapposto, i complessi di suoni esistono simultaneamente come complessi di colori».